2023

La vera Essenza della vita

Heritage al femminile: Workout magazine intervista Letizia Vena.

Amaro Lucano. Lo so cosa state pensando, è un’ associazione immediata perché “Cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano” è dagli Ottanta, quando comparve per la prima volta sul piccolo schermo, uno dei tormentoni più celebri della pubblicità televisiva. Ma la realtà di Lucano 1894 merita molto di più rispetto alla citazione di uno slogan. Perché è un esempio di imprenditoria moderna e dinamica, ma al contempo visceralmente legata alla tradizione e alla sua storia vecchia di quasi 130 anni, tanto da volerla condividere con la collettività tramite la creazione di Essenza Lucano, un museo d’impresa interattivo e multisensoriale che ripercorre la storia della famiglia Vena, da quattro generazioni alla guida dell’azienda, e del suo prodotto più famoso, appunto l’amaro omonimo. E poi c’è l’attaccamento al territorio, alla terra nel senso più stretto del termine, che ha portato a un’iniziativa unica nel suo genere: la creazione di una filiera certificata di alcune delle erbe officinali utilizzate per la produzione di Amaro Lucano. Un’idea generosa e lungimirante: coinvolgere una ventina di aziende agricole locali condotte da imprenditori agricoli under 40, da una parte per dare spinta propulsiva all’agricoltura della regione, dall’altra per implementare il valore di autenticità e di origine del prodotto.

Industria italiana: il 92% è costituita da PMI

Linfa vitale del nostro sistema produttivo italiano, le PMI sono pronte alla sfida della digitalizzazione.

Le aziende italiane esprimono nella loro totalità il Made in Italy, un’eccellenza di “bello e ben fatto” che vale oltre 130 miliardi di euro all’anno e rappresenta un mondo produttivo complesso e articolato prevalentemente da PMI (Piccole Medie Imprese), vere proprie “cellule” che, impiegando l’82% dei lavoratori in Italia, sono il 92% del tessuto imprenditoriale italiano totale. Solo lo 0,09% delle imprese italiane supera i 250 addetti.

Google il cannibale

Ho dovuto fare una ricerca in rete per trovare i motori di ricerca più usati in Italia alternativi a Google. E ho fatto la ricerca su Google.

E questa è già, di per sé, una tautologia: la ricerca sulla ricerca nel motore di ricerca. Aiuto; potrei andare in crash. Per di più, il buon vecchio (non troppo in realtà) colosso californiano si è mangiato – di fatto – tutti i suoi competitor e spadroneggia indisturbato nel mercato. Almeno quello Occidentale. E questo è quasi un assioma.
A darci ragione arriva l’esperienza quotidiana: chi di voi non ha mai chiesto o detto di googleare qualcosa?!?! Quindi è assiomatico che ricerca in rete, per la maggior parte del mondo conosciuto, sia Google. Ma c’è di più. Google è carnivoro. Onnivoro. Fagocitante.

Tre pezzi iconici: Collezione mezzi storici Marazzato

Siamo alla Collezione mezzi storici Marazzato, vero e proprio tributo d’amore di Carlo Marazzato, al padre Lucillo.

La location è molto semplice: una ex area industriale con un ampio piazzale e un gigantesco capannone a Stroppiana, nel mezzo della campagna del Vercellese.

Inaugura Nutrimentum Gallery

Apre le porte con la prima mostra “Tracce, intrecci e tracciati – Il cosmo dell’arte dalla domus alla gallery”

Da oggi, l’arte contemporanea e la cultura hanno una nuova casa. Nutrimentum Gallery è uno spazio dedicato all’arte, nostra cifra stilistica per supportare la cultura d’impresa delle aziende con cui lavoriamo e sulla quale fondiamo la nostra identità. Un luogo che si inserisce armoniosamente negli ambienti solitamente dedicati al nostro lavoro quotidiano di consulenza per le strategie di comunicazione e di branding di aziende del settore industrial B2B.

La transizione sostenibile genera nuovo valore per le imprese B2B

Negli ultimi anni il concetto di sostenibilità è diventato sempre più un fattore che contraddistingue il valore di un’impresa verso il mercato e verso tutti gli stakeholders.

Tuttavia, affermare di essere un’azienda sostenibile non basta.
Per evitare il così detto “effetto greenwashing” ed essere attrattivi per il mercato, un’azienda deve impegnarsi concretamente nella promozione di attività e progetti volti a sostanziare nei fatti questo intento.

Studio Chiesa si racconta ai microfoni di Dailymedia

Enrico Chiesa racconta 40 anni di comunicazione e di prodotto.

Enrico Chiesa – Co-Founder e Amministratore Delegato di Studio Chiesa communication – ai microfoni della redazione di DailyMedia per un racconto corale di 40 anni di esperienza nel mondo della comunicazione di prodotto e aziendale.

La lunga strada di Nutrimentum

In principio fu USALA! L’imperativo campeggiava sulla cartolina di invito allo stand accompagnato da un inequivocabile ciuffetto peloso che generava qualche sbigottimento e non pochi sgomenti, soprattutto quando l’occhio cadeva sulla frase sottostante:

“IN MODO PRODUTTIVO”. Però non eravamo al Sex Festival di Milano (allora si chiamava così), ma alla serissima e blasonata ARTVERONA e allora qualche sospetto cominciava a sorgere.
E poi, se si osservava attentamente, comparivano dei dettagli che alla prima occhiata erano sfuggiti (cosa del tutto naturale visto lo shock iniziale): in realtà la scritta era USAL’A e l’apostrofo era un minuscolo attrezzo meccanico. Insomma, si trattava di un bellissimo sberleffo di matrice dadaista che però introduceva a un vero e proprio manifesto programmatico sull’utilizzo dell’arte nel mondo del lavoro. Studio Chiesa communication lanciava la sua provocazione: l’arte, ma soprattutto l’arte contemporanea, può portare non solo a un cambio di paradigma nella comunicazione d’impresa, ma anche a un modo diverso di pensare e se “usata”, appunto, nel modo giusto, diventa motore di ricerca e sviluppo. Concetto oggi (quasi) sdoganato, ma ai tempi – era il 2010 – davvero rivoluzionario: nel grigio e ingessato mondo delle imprese cercava di farsi largo a gomitate un linguaggio, e un pensiero, che utilizzava codici totalmente dissintoni.

Nutrimentum Gallery su Radio Lombardia

Rosella Roncaia intervistata ai microfoni della trasmissione “Pane al Pane”

A pochi giorni dall’inaugurazione di Nutrimentum Gallery, una nuova esperienza che prende forma all’interno dei nostri uffici di Milano e che ci rende particolarmente orgogliosi, ascoltiamo il racconto di Rossella Roncaia – Co-founder di Studio Chiesa communication, ospite di Nicoletta F. Prandi in “Pane al pane” su Radio Lombardia.

Tre pezzi iconici: #OfficinaDellaScrittura

Che la scrittura qui domini incontrastata lo si capisce subito, a partire dal gigantesco pennino dorato che dai cancelli di ingresso si impone allo sguardo di chi arriva: con un po’ di immaginazione lo si potrebbe veder tracciare gli elegantissimi svolazzi calligrafici che si ritrovano ovunque, come una cifra distintiva del luogo, andando perfino a sostituire i cartelli di indicazione per i visitatori.

Deinfluencing e B2B: si può fare?

In origine ci fu il Verbo. O meglio; in origine ci fu il Content. In origine ci fu il primo influencer che disse qualcosa di influenzante ad un pubblico misto-vario. Che poi lo seguì. Solo che a differenza di Adamo ed Eva o del Big Bang o di qualsiasi altra cosa si voglia credere, il primo influencer non ha un nome. E pensate bene, ancor prima di Chiara Ferragni, Paris Hilton o Clio Makeup. Ma non ci si ferma qui. Dopo un’orda di influenzatori, per citare l’Accademia della Crusca, più o meno quotati, ecco arrivare il sin-influencer. Ovvero la celebrità del peccato. SIN in inglese significa proprio peccato nel senso biblico del termine. E il gioco è facile. Parliamo di quelle figure che fanno tendenza e ispirano migliaia di follower verso azioni negative e peccaminose (per restare nella semantica della parola). E la cosa incredibile è che oltre agli account ufficiali – o presunti tali – di questi sin-influencer spopolano i fake che sfruttano la popolarità dei primi per andare a caccia di like. Ma non finisce qui. Oggi stiamo vivendo una nuova era: quella dei de-influencer. Ora, sempre perché l’etimologia ci piace, come si possa de-influenzare qualcuno è un fenomeno interessante. In realtà la tendenza è leggermente diversa e consiste, di fatto, nel farsi detrattori di un determinato prodotto o brand. Quindi non più “acquistate quel prodotto”, bensì un messaggio contrario “non acquistate quel prodotto perché”.

Lookalike, uno degli strumenti di marketing più apprezzati nel B2B

Il marketing delle aziende del settore B2B Industrial richiede strumenti sempre più innovativi e performanti, a supporto della customer journey.

Noi di Studio Chiesa communication abbiamo come mission quella di accompagnare le aziende nel percorso di digital transformation e, su questa linea, progettiamo piani di comunicazione commisurati agli obiettivi di business con strumenti di lead generation, per generare contatti di qualità e sviluppare nuove opportunità di business.
All’interno delle nostre competenze e del portfolio degli strumenti che mettiamo disposizione delle aziende, trova spazio il “Lookalike”, un tool di marketing fondato sull’aggregazione di dati nel settore di riferimento per lavorare sul prospecting.

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