Marsilli esempio di eccellenza italiana
Negli ultimi anni il concetto di sostenibilità è diventato sempre più un fattore che contraddistingue il valore di un’impresa verso il mercato e verso tutti gli stakeholders. Tuttavia, affermare di essere un’azienda sostenibile non basta. Per evitare il così detto “effetto greenwashing” ed essere attrattivi per il mercato, un’azienda deve impegnarsi concretamente nella promozione di attività e progetti volti a sostanziare nei fatti questo intento.
Un numero crescente di aziende cerca di adottare pratiche sostenibili per ridurre l’impatto ambientale delle loro attività. Per le PMI e le aziende del B2B, accettare la sfida della transizione alla sostenibilità è un’opportunità incredibile, come si evince dalla ricerca condotta da SDA Bocconi e il suo Sustainability Lab, con il contributo di Assicurazioni Generali nell’ambito del progetto SME EnterPRIZE:
– acquisire o consolidare il proprio vantaggio competitivo.
– generare innovazione grazie ad un approccio sostenibile.
– garantire all’azienda un accesso a supply chain certificate.
– accedere a migliori condizioni di finanziamento.
– sviluppare partnership strategiche con enti pubblici e privati.
Stando alle stime dell’Unione Europea, la trasformazione dei business in chiave sostenibile può generare un impatto economico a livello mondiale pari a 12 trilioni di dollari e creare 380 milioni di posti di lavoro entro il 2030, di cui più del 50 per cento nei Paesi in via di sviluppo.
La seconda edizione del Libro Bianco Fostering sustainability in Small and Medium-sized Enterprises “Promuovere la sostenibilità nelle piccole e medie imprese” (promosso da Generali e sviluppato da SDA Bocconi – School of Management Sustainability Lab) esplora i progressi compiuti dalle PMI europee nella costruzione di imprese sostenibili, le sfide che devono affrontare e ciò che le comunità politiche e finanziarie possono fare per aiutarle. I numeri del report sono interessanti, ma soprattutto emerge come l’approccio delle PMI alla sostenibilità sia meno strutturato ed informale rispetto alle grandi imprese.
Solo il 13% delle PMI europee dichiara di aver intrapreso strategie di sostenibilità, contro il 21% di essere in procinto di farlo e il 40% di diventare un’impresa sostenibile in futuro.
Il dato però non deve impressionare. Perché proseguendo nella lettura dello studio si comprende che in realtà le PMI europee fanno molto di più di quanto siano in grado di comunicare. Ben il 66% delle PMI in Italia ha adottato politiche di welfare per i dipendenti (in linea con le altre nazioni come Austria 76% , Ungheria 68%, Spagna 66% e Germania 65%), di salvaguardia ambientale (69% in Spagna, 67% in Italia, 66% in Svizzera) e di sostegno ad attività sociali, formative, benefiche o culturali sul territorio (per esempio, l’84% delle PMI tedesche). Mentre l’ostacolo maggiore per avviare con successo iniziative di sostenibilità sembra essere la burocrazia e i costi elevati (ben 52% delle PMI italiane) mentre il 38% lamenta di un mercato non ancora maturo per rispondere adeguatamente ai temi della sostenibilità.
Verso una cultura aziendale della sostenibilità
La transizione verso un’economia più sostenibile rappresenta non solo una grande sfida ma anche una grande opportunità per aumentare la competitività sul mercato. Le imprese possono superare le sfide attraverso l’adozione di pratiche sostenibili, la collaborazione con altre realtà e l’uso di risorse a loro disposizione. La sostenibilità deve essere vista come una priorità per le aziende che vogliono avere successo a lungo termine e contribuire al benessere del pianeta e delle generazioni future.
La transizione sostenibile richiede un impegno a lungo termine e un cambiamento culturale, con la consapevolezza che la sostenibilità è un processo continuo che richiede l’impegno di tutta l’organizzazione, dalla direzione ai dipendenti. È necessario sviluppare una cultura aziendale che valorizzi la sostenibilità e che consideri la responsabilità sociale come un’opportunità di crescita, non solo come un costo aggiuntivo.
Marsilli un caso di eccellenza del B2B italiano
La transizione sostenibile non riguarda solo la riduzione dell’impatto ambientale delle attività, ma anche il miglioramento delle condizioni sociali ed economiche dei dipendenti e delle comunità locali, in poche parole attraverso la capacità di valorizzare gli asset intangibili grazie all’adozione di pratiche sostenibili che migliorano la qualità della vita dei dipendenti – ad esempio offrendo loro formazione e opportunità di carriera – così come migliorare le relazioni con le comunità locali attraverso la partecipazione a progetti a sfondo sociale.
Fondata nel 1938 come produttore di macchine avvolgitrici per il filo di rame, Marsilli opera da oltre 80 anni distinguendosi per la ricerca e l’innovazione tecnologica. Con una forte competenza in tutti i processi di assemblaggio che hanno come fulcro la fase di avvolgimento del filo, oggi l’azienda di Castelleone (CR) è riconosciuta come leader mondiale nei sistemi di avvolgimento e assemblaggio, con una forte vocazione all’innovazione.
Abbiamo chiesto a Matteo Rossi, Marketing Director di Marsilli, di raccontarci qualcosa in più sul loro percorso verso la sostenibilità.
Marsilli è una piccola eccellenza del manifatturiero italiano. Progettazione e competenze tecniche sono certamente importanti, ma il cuore vitale della vostra impresa risiede nelle risorse umane, nei vostri collaboratori e professionisti altamente specializzati. Quali iniziative avete adottato per la crescita e valorizzazione delle vostre persone?
Know-how tecnico e spirito di innovazione ci guidano ogni giorno per offrire sistemi e impianti davvero all’avanguardia, curati fin nei minimi particolari e grazie ai quali ci viene riconosciuta una qualità straordinaria di cui, onestamente, andiamo molto orgogliosi.
Tuttavia, queste competenze da sole non sono sufficienti per essere tra i leader a livello globale ed essere coerenti ad una visione sostenibile dell’azienda: siamo convinti che il nostro valore e la nostra vera forza competitiva risieda nel “capitale umano” che ci spinge ogni giorno a fare bene e meglio, permettendoci così di innovare e affinare le nostre competenze.
I nostri dipendenti sono incoraggiati a mettere in ciò che fanno tutta la loro passione e creatività e come diciamo nel nostro claim “thinking out of the box” a pensare fuori dagli schemi. A questo proposito, è di quest’anno la volontà da parte del management di adottare uno strumento per la valutazione motivazionale dei nostri collaboratori – ad oggi siamo circa 700 tra Italia e sedi estere – per migliorare la crescita organica delle nostre persone, lavorando su macro-aree con il coinvolgimento di tutte le risorse a tutti i livelli, identificando gli obiettivi individuali. Anche attraverso questo strumento, desideriamo migliorare il clima aziendale e il senso di appartenenza all’azienda che è profondamente radicata sul territorio della provincia con una storia quasi centenaria.
Da un punto di vista della formazione e crescita professionale, avete creato dei percorsi di formazione ad hoc?
Come indicato nel nostro Sustainability Profile, in Marsilli crediamo fortemente negli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile elencati nell’Agenda 2030, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Uno dei temi è proprio quello del benessere professionale inteso anche come crescita e formazione. Ci siamo impegnati in piani di sviluppo della carriera, anche per le nuove risorse. Questo perché desideriamo attrarre nuovi talenti e consentire loro di mettere a frutto le loro capacità garantendo una crescita qualificante per tutti, per le persone in primis e quindi per l’azienda come attore economico del mercato. Inoltre, attraverso programmi di formazione ai dipendenti, offriamo la possibilità di migliorare e ampliare le proprie conoscenze con dei pacchetti formativi trasversali a diverse tematiche: dalle lingue straniere all’informatica agli aggiornamenti in materia di politiche sulla Sicurezza e il Lavoro. I percorsi di formazione sono offerti sia nella sede principale italiana sia nelle filiali all’estero.
Marsilli produce l’80% di macchinari su commessa per i processi di preparazione, avvolgimento, finitura ed assemblaggio. L’Automotive è il principale mercato di riferimento che rappresenta circa due terzi del valore della produzione, seguito dall’Appliances/White (elettrodomestici), dall’Electromechanical e dal settore RFID (Radio Frequency Identification). In un’ottica di produzione sostenibile nel rispetto del concetto di “reduce, reuse e recycle” cosa vi contraddistingue nella vostra offerta?
Nel ciclo di vita dei nostri macchinari, uno step fondamentale che in realtà abbiamo già adottato sin dal 2019 è il refurbishment dove con questo termine intendiamo un programma specifico di “riformazione delle attrezzature” operata sulle macchine usate e già immesse sul mercato che sarebbero destinate allo smantellamento. Si tratta di un programma studiato per ottenere di più dagli impianti che hanno molti anni di attività alle spalle, anche precedenti il 1990, ma anche da quelli che hanno completato il ciclo di produttività. Abbiamo un team interno dedicato alla ristrutturazione completa delle macchine, che al termine del processo saranno come nuove. E questo rappresenta un asset strategico dell’azienda che guarda ad una produzione sostenibile ed efficiente, grazie anche al rilascio di una nuova garanzia di 12 mesi. Rispetto ad altri paesi come la Germania, dove ancora il tema del refurbishment nel nostro settore non è molto compreso, qui in Italia abbiamo sicuramente una consapevolezza e sensibilità diversa. Dovuti forse alla innata natura artigianale tipica degli italiani.
In conclusione, la transizione sostenibile rappresenta una grande sfida per le imprese italiane e del B2B, ma anche una grande opportunità per migliorare la propria posizione e competitività sul mercato.
Ci attendono sfide importanti nel prossimo futuro, affrontabili attraverso l’adozione di buone pratiche quotidiane sostenibili, la collaborazione tra aziende e settori diversi, l’utilizzo attento e responsabile delle risorse a disposizione.
La sostenibilità non può più essere considerata come “un di cui” nei processi e nelle dinamiche aziendali e di business. La sostenibilità deve essere vista come una priorità per le aziende che vogliono avere successo a lungo termine e contribuire al benessere della collettività e del pianeta.
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