Ogni anno consumiamo 93 miliardi di tonnellate di materie prime, ma solo l’8,6% delle stesse è riutilizzato.
Il tema assume ancora più rilevanza oggi che, in un periodo di ripresa post-pandemica, la domanda di materie prime da parte delle industrie sta rapidamente aumentando.
I metalli di base stanno registrando incrementi di prezzo stellari, idem i prodotti chimici di base, i solventi, i coloranti, i polimeri per le materie plastiche, oltreché tutti i materiali utilizzati per la componentistica elettronica tra cui rame, litio, silicio, cobalto, terre rare, nickel, stagno, zinco, rodio.
Secondo un report dell’Unione Industriali, la gran parte delle imprese che ha registrato aumenti nei prezzi delle materie prime e dei semilavorati sostiene che questo avrà un impatto sui costi di produzione nel medio lungo periodo, generando un aumento dei prezzi.
Come arginare questo fenomeno?
Grazie all‘economia circolare si può iniziare a combattere gli sprechi, attraverso l’adozione di strategie industriali “sostenibili”, ossia volte a riutilizzare o a ridurre le quantità di minerali, combustibili fossili, metalli e biomasse consumate dall’economia mondiale.
Sono molti gli studi che sottolineano che la rilevanza del contributo dell’economia circolare ha un impatto positivo anche sull’abbattimento delle emissioni: raddoppiando l’attuale percentuale di circolarità dall’8,6% al 17%, si taglierebbero a livello globale 22,8 miliardi di tonnellate di gas serra, pari al 39% del totale, evitando così il collasso climatico.
L’Unione Europea ha confermato di muoversi su questa linea anche varando il Piano di ripresa e resilienza, che ha come primo pilastro la transizione ecologica.
“Vogliamo che Next Generation EU dia il via a un’ondata di rinnovamento europeo e faccia della nostra Unione un leader nell’economia circolare. Ma questo non è solo un progetto ambientale o economico: deve essere un nuovo progetto culturale per l’Europa”, ha dichiarato Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea e in questo contesto è stato presentato il nuovo Piano di azione per l’economia circolare e contemporaneamente è stata pubblicata la nuova Strategia industriale europea.
Non è più sufficiente soltanto pensare di riparare i danni generati dalla pandemia ma occorre progettare il futuro e questo può avvenire solo con la transizione verso l’economia circolare, pronta ad affrontare anche la crisi climatica ed ecologica con energia e resilienza.
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