La sostenibilità aziendale si traduce in iniziative concrete

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La sostenibilità aziendale si traduce in iniziative concrete

Si chiama Great Pacific Garbage Patch ed è la più grande isola di rifiuti del mondo, situata al largo dell’Oceano Pacifico.

Quest’isola fluttuante si trova tra la California e le isole Hawaii e contiene una quantità immensa di rifiuti e purtroppo non è l’unica: secondo gli ultimi dati, sono almeno sette le isole fluttuanti di rifiuti trascinati dalle correnti e raccolte soprattutto attorno alle cinque zone d’incontro delle correnti oceaniche. Una marea di rifiuti per un totale di 150 milioni di tonnellate di materiali presenti nei mari, numero in costante aumento.

Queste isole sono la rappresentazione della necessità di un radicale intervento per il salvataggio del nostro pianeta. Si può fermare questo pericoloso trend?

Kaisei è l’iniziativa volta alla pulizia degli oceani del ONG Ocean Voyages Institute che mira a smantellare interamente la Great Pacific Garbage Patch. Il progetto, iniziato nel 2009, ha portato a una grande operazione di monitoraggio dell’isola dei rifiuti grazie a una tecnologia Gps: attaccate alle reti da pesca trovate in mare, è stato possibile tracciare il percorso e individuare l’isola. Diverse sono state le operazioni di raccolta di rifiuti di questa associazione, l’ultima delle quali è avvenuta a giugno 2020, che ha portato alla raccolta, in soli 48 giorni, di ben 103 tonnellate di rifiuti dall’isola nel Pacifico. Si tratta della più grande pulizia dei mari della nostra storia: questa spedizione ha battuto infatti ogni record.

Oggi alcune aziende multinazionali si stanno adoperando in progetti di sostenibilità ambientale mirati alla protezione dei mari.

Ad esempio, Energy4Blue, è il progetto lanciato da E.ON per sostenere tre grandi iniziative portate avanti da Legambiente. Una ambiziosa iniziativa finalizzata alla salvaguardia dell’habitat marino e delle sue specie, un’applicazione concreta dell’approccio olistico alla sostenibilità voluto dall’azienda, che promuove la compartecipazione di azienda e clienti in iniziative di salvaguardia ambientale e tutela del nostro ecosistema.

Di grande impatto è il progetto “Parley For The Oceans” di Adidas, che ha generato oltre 15 milioni di prodotti per lo sportswear trasformando i rifiuti marini.

Attraverso questa iniziativa, i rifiuti sono ridotti in scaglie che vengono scaldate, analizzate, pulite e asciugate prima di essere estruse, raffreddate e tritate in granuli di resina. I granuli vengono in seguito fusi, per creare una fibra che diventerà Ocean Plastic®, un filato di poliestere ad alte prestazioni che mantiene tutte le qualità della plastica vergine.

Il filato è utilizzato da Adidas per creare un’ampia gamma di scarpe, T-shirt, tight e molto altro, realizzati con materiali composti per almeno il 75% da rifiuti riciclati.

Le iniziative aziendali sono numerose, tuttavia la Great Pacific Garbage Patch è un serio ammonimento che la sostenibilità dovrebbe essere fatta propria da ognuno degli individui che popola il pianeta: ognuno di noi dovrebbe adoperarsi attivamente non solo a “non inquinare” nella propria quotidianità ma anche a recuperare gli scarti, innescando così un circolo virtuoso che porti a rendere sostenibile lo stesso essere umano, inteso come individuo che deve stare in perfetto equilibrio nell’ecosistema in cui vive, a tutela dell’interesse collettivo

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