La corporate reputation di un’azienda è la considerazione di cui gode quell’organizzazione in virtù della sua capacità di soddisfare le aspettative degli stakeholder nel tempo. È, dunque, un giudizio su quella determinata realtà da parte dei suoi pubblici di riferimento, confermato dalle esperienze dirette degli stakeholder e dalle azioni e dai risultati ottenuti nel passato dall’organizzazione.
Ma quali sono stati gli effetti della pandemia sulla reputazione delle aziende? Cosa è cambiato per i diversi settori produttivi, oltre che per i dipendenti delle società?
Se ne è parlato a “Italy Reputation Day 2021”, l’evento organizzato in Borsa Italiana da RepTrak Company, società attiva a livello mondiale nella misurazione e advisory sulla reputazione aziendale.
Dalla fotografia tracciata da RepTrak, che ha coinvolto quasi 70mila persone in 15 Paesi del mondo, emerge come ormai il 63% dei consumatori preferisca acquistare da aziende con un’eccellente reputazione e che il 47% dei clienti delusi oggi cambi le proprie scelte d’acquisto molto più velocemente rispetto al passato.
Sul fronte aziendale, solo nell’ultimo anno le realtà con una reputazione eccellente sono aumentate dall’8 al 17%.
Le iniziative “product driven”, cioè focalizzate sui prodotti e servizi, hanno un impatto medio di +1,9 sulla reputazione; quelle “society driven”, allargate quindi alla comunità, generano un impatto medio di +2,5 punti; mentre le iniziative “purpose driven”, che toccano sia il business sia la collettività, riescono ad avere un impatto medio di +8,1 punti sulla reputazione.
La pandemia, pertanto, ha segnato una svolta: chi non lavora in modo coerente sul purpose perde valore e competizione nei confronti dei propri competitor.
Con l’avvento dei social media, inoltre, la reputazione è ormai da considerarsi una responsabilità di tutti. Dalla proprietà al management e fino al singolo dipendente: ciascuno è in grado di influire all’esterno sulla reputazione dell’azienda.
Raffeale Jerusalmi, CEO di Borsa Italiana, ha espresso il suo parere riguardo al ruolo della reputazione aziendale: “Oggi la maggior parte delle aziende quotate ha una valutazione che dipende per il 70-75% da quello che è il suo intangible value. Questo è un riferimento che fa molto riflettere, perché solo 30 anni il valore dipendeva per il 95% dai physical asset.”
Tra i principali fattori che concorrono a formare la corporate reputation non si possono dimenticare: capacità finanziaria dell’azienda, bontà dei suoi prodotti, capacità di innovare, qualità del management e capacità di attrarre talenti.
Quale valore attribuite alla reputazione della vostra azienda? Quanto tempo e quante risorse vi dedicate con costanza?
Ricordate che una gestione efficiente della reputazione, lungo tutta la catena del valore, garantisce che tutti gli stakeholder siano coinvolti e partecipi ai processi e agli obiettivi dell’azienda.
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