Il prossimo 18 maggio ricorrerà l’International Museum Day 2021. Si tratta di uno degli appuntamenti più attesi per la cultura italiana, che avrà quest’anno come tema “il futuro dei musei: rigenerarsi e reinventarsi”, uno stimolo a musei e ai principali stakeholders nel cercare nuove modalità di fruizione e di condivisione della cultura.
Il rilancio dei musei è un punto cruciale anche per il rilancio del nostro Paese post-pandemia: le principali linee di azione delineate nell’ambito del PNRR per la Cultura prevedono infatti investimenti per oltre 6,675 miliardi di euro per incrementare il livello di attrattività del sistema turistico e culturale del Paese attraverso la modernizzazione delle infrastrutture, materiali e immateriali, tra cui la costruzione di piattaforme e strategie digitali per l’accesso al patrimonio culturale.
L’accelerazione nell’adozione del digitale, anche nella fruizione della cultura, è una delle tendenze più evidenti e riconoscibili guidate dalla pandemia.
Da un sondaggio NEMO (Network of European Museum Organisations) è emerso che oltre il 60% dei musei del mondo ha aumentato la propria presenza on-line, registrando un incremento delle visite del 40%. Tuttavia in Italia, stando all’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano, solo un museo su quattro ha un piano strategico per l’innovazione digitale. Quindi, quale sarà il futuro dei musei?
Come confermato da Maria Elena Colombo, docente all’Accademia di Brera e all’Università Cattolica di Milano in “Musei e Cultura Digitale”, la pandemia non ha che accelerato quel processo di evoluzione della percezione del reale, come unico ecosistema digitale e fisico.
Sicuramente, le esperienze museali digitali, oltre agli stimoli previsti dal PNRR per la costruzione di nuove piattaforme e strategie digitali, favoriranno la costruzione di un ecosistema “phygital”, un ambiente ibrido tra il fisico e il digitale in cui siamo immersi da tempo dove musei, poli culturali e parchi archeologici convivono con piattaforme web, virtual tour, social network, blog che arricchiscono e amplificano l’esperienza museale.
In questo modo il vissuto in presenza e in modalità digitale si fondono, attraverso un mutuo scambio osmotico in cui l’esperienza digitale non vuole essere sostitutiva, ma complementare e amplificatrice della partecipazione dal vivo.
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