Se ne è parlato molto in questi mesi: il DDL Concorrenza approvato dal Senato riconosce il ruolo del Content Creator; ovvero il creatore di contenuti digitali. Per essere concreti: chiunque navighi in rete – per lavoro o piacere – impatta in informazioni digitali; prevalentemente sotto-forma di immagini, video e caroselli. Contenuti creati appositamente per creare engagement, aumentare il pubblico e generare una sempre maggiore reputation intorno al brand ottenendo, auspicabilmente, un miglior positioning. E se, come ci ha insegnato Bill Gates, “Content is the King”, allora risulta evidente il ruolo fondamentale e strategico del Content Creator. Ma chi è questa figura? Serviva davvero un DDL per evidenziarne la centralità nel processo di comunicazione?
CONTENT CREATOR: OVVERO IL LAVORO CHE NON PUÓ FARE “MIO CUGGINO”
È innegabile che la rete sia inondata di contenuti digitali. Ma sono tutti uguali? Una prima differenza, fondamentale però, è tra quelli che generano un valore e quelli, al contrario, fini a loro stessi. Un Content Creator vero sa creare non solo contenuti specifici per il brand, ma anche fortemente targettizzati rispetto al Social Media o allo strumento digitale (e offline) di utilizzo. Inoltre è in grado di coniugare sapientemente gli aspetti emozionali con quelli intrinseci del brand. In altre parole, non stiamo parlando di contenuti digitali “nati dal nulla”, bensì di vere e proprie opere d’ingegno frutto di un sapiente mix di impegno, conoscenza, analisi dei dati e dei trend, condivisione con la community, valorizzazione del brand; insomma molto di più di quanto normalmente si penserebbe. Ed è solo diffidando dalle imitazioni (il famoso mio cuggino che sembra proliferare nelle professioni digital) e affidandosi ad un Content Creator professionista che si può generare un contenuto di valore e strategico al brand.
CONTENT CREATOR: UNA FIGURA CHIAVE AL SERVIZIO DEL B2B
Come abbiamo detto, un contenuto di valore genera valore per il brand. E questo è sicuramente strategico in ambito B2B per comunicare con autorevolezza e solidità verso il proprio target; ovvero un’altra azienda. Per divulgare al meglio i propri valori, per far crescere il proprio brand, migliorandone la reputation e, di conseguenza, il positioning. È chiaro che l’obiettivo finale è quello, attraverso canali online e Social, newsletter e DEM, webinar e pubblicazioni e altri strumenti digital, di affermare il proprio marchio come leader nel mercato di riferimento per generare crescita e fidelizzare i propri clienti. In assoluto, soprattutto nel B2B, è scontato – ma doveroso ripeterlo – che pianificare e attuare una strategia di Content Marketing B2B attraverso Content Creator specializzati è il punto di partenza verso obiettivi ben più alti. Soprattutto considerando che nel B2B il ciclo di vendita di un prodotto è sicuramente più lungo di quanto accade per il B2C. E dunque la necessità di ingaggiare e tenere ingaggiato il proprio pubblico con un contenuto valoriale, interessante e strategico ai fini della fidelizzazione e del top-down lungo il funnel di vendita è basilare. Il mondo del B2B è fatto di tempo:
- il tempo per ricercare,
- il tempo per prendere in considerazione un brand,
- il tempo per fidarsi,
- il tempo per decidere.
Ecco perché il ruolo del Content Creator è strategico: per tenere interessato, incuriosito e affiliato al brand l’interlocutore. Con competenza, conoscenza ed esperienza.
CONCLUSIONI
Investire in creazione di contenuti non è mai a vuoto se fatto con professionisti del settore. Al contrario. È un investimento di valore, per generare valore.
#Sapevatelo… noi di Studio Chiesa ci occupiamo – da 40 anni – anche di Content Creation con un team interno di Copywriter, Editor e Content Marketer specializzati nelle strategie di comunicazione B2B.