Trend

Blu. Lo sguardo sotterraneo di una Milano invisibile

I riflessi dei neon degli alloggi degli operai sono l’unica luce che accompagna un risveglio ancora buio nel campo base di Milano, per il cantiere della nuova linea M4, la BLU.
I monitor sempre accesi degli operatori di turno, l’irraggiamento dei fari sospesi sopra la pancia scavata e melmosa della terra. Il rumore continuo dei macchinari che si mischia con le voci degli operai, e i loro silenzi.

Questo e molto altro è BLU, il documentario di 20 minuti firmato da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti che dà forma ad un viaggio notturno e sotterraneo all’interno della TBM, il macchinario utilizzato per scavare i tunnel e le metropolitane di tutto il mondo, compresa quella della nuova linea M4.
Un viaggio in notturna dal sapore quasi dantesco che va dal buio del lavoro sotto terra alla rottura della paratia che libera i lavoratori dalle viscere e dalla loro notte infinita.
Massimo e Martina sono registi, produttori e sceneggiatori con cui noi di Studio Chiesa abbiamo avuto il privilegio di collaborare nella realizzazione dell’installazione “La stanza di Steno” nel museo d’impresa Casa Marcegaglia. BLU è un documentario denso di significati e siamo lieti di poterne condividere la bellezza e il valore artistico.

PERCHE’ BLU
BLU è l’opera documentaristica dagli stessi autori de “L’infinita fabbrica del Duomo” un altro omaggio alla loro città Milano: Massimo D’Anolfi e Martina Parenti ci trasportano con uno sguardo capovolto nei panni di quei lavoratori invisibili che con il loro impegno e duro lavoro contribuiscono alla realizzazione di grandi opere strutturali del capoluogo lombardo (e non solo). Il film è realizzato in collaborazione con Rai Cinema e con il supporto di Lombardia Film Commission – Film Fund 2017.

20 minuti di racconto che esprimono la forza e il grande merito del nostro patrimonio di conoscenze italiano in ambito ingegneristico, lungo tutta la sua filiera. Grandi aziende di livello anche internazionale che contribuiscono ogni giorno alla realizzazione di opere infrastrutturali del nostro Paese nonostante le numerose difficoltà disseminate lungo il percorso, tipiche di un territorio antico e sedimentato come il nostro.

“Viviamo a Milano e i cantieri della metropolitana hanno iniziato a entrate nella nostra vita” spiega Massimo e prosegue “così abbiamo voluto raccontare questa grande trasformazione della città che è ancora in corso. Con BLU raccontiamo in modo inusuale Milano, scendendo nelle profondità e nel buio delle sue viscere, che custodiscono il suo passato, ma sono anche il luogo in cui si sta costruendo parte del suo futuro”.

IDENTITA’ CROMATICHE URBANE
Ci sono alcuni toni cromatici che appartengono all’identità di una città a cui, per abitudine forse, non prestiamo più molta attenzione, e sono i blu, i gialli, i verdi, il bianco, l’arancio, oppure le sfumature di rosso, rosso come un campione di sangue appena prelevato. Colori che stanno ad indicare anche le linee della metropolitana. Quanto clamore per quel Lilla scelto per la linea 5 in occasione di Expo2015.
Sapevate che i colori rosso e bianco per la M1 di Milano (inaugurata nel 1964), furono scelti perché richiamano i colori dello stemma della città?
Il colore caratteristico di ogni linea è utilizzato nelle mappe, nella livrea dei treni e nell’arredo delle stazioni.

Ma il BLU scelto per questa nuova linea assume un significato ancora più profondo grazie al documentario di Massimo e Martina, perché affonda le sue radici nelle viscere della terra, entrando e scavando nel sottosuolo che calpestiamo inconsapevolmente ogni giorno e che scegliamo di imboccare quando diciamo “prendo la metro”, dimentichi di chi ha reso possibile un gesto così automatico di “prendere la metro”.

“Lo sguardo del film è rivolto a luoghi inaccessibili e invisibili, e mostra l’indissolubile legame tra uomini e macchine, tra tecnologia e lavoro manuale, tra sicurezza e paure ancestrali, tra programmazione e casualità. Volevamo una pellicola notturna, e abbiamo scelto di filmare nei turni dalle 22:00 alle 06:00 del mattino perché di notte tutto ha un sapore diverso. Il film inizia come un noir e prosegue seguendo un doppio registro: da una parte film documentario sull’andamento dei lavori di costruzione, dall’altra viaggio metaforico sulla condizione umana, in un percorso con un lieto fine dal sapore un po’ dantesco. <<E quindi uscimmo a riveder le stelle…>>”

BLU – UN’ARCHITETTURA SAPIENTE DI IMMAGINI E SOUND DESIGN
La sensazione del documentario è quella di fare immergere fisicamente lo spettatore nella dimensione sotterranea e invisibile del cantiere. Prendiamo un grande respiro, e dopo i primi minuti scendiamo nei tunnel polverosi e freddi insieme agli operai e ai tecnici, con le loro tute e gli elmetti. La loro fisicità avvolta negli indumenti da lavoro è un tutt’uno con la fisicità ruvida del sottosuolo e delle sue arterie metalliche create dall’uomo, dove si alternano movimenti meccanici e umani, in un ordine rigoroso dove non sono ammesse disattenzioni.
La scelta cromatica della pellicola è caratterizzata dai toni freddi (fatto salvo per le punte di arancio delle tute degli operai). Persino i frammenti di riprese in esterno non colgono una luce vivida e solare, ma catturano piuttosto il grigio-bianco anche quando si celebra l’uscita dalle viscere abbattendo anche l’ultimo pezzo per sbucare nel cantiere alla fermata di Dateo.
La caratura del suono è altrettanto rigorosa (a cura di Massimo Mariani) e protagonista al pari dei soggetti in carne e ossa e della talpa che si muove come un sottomarino sotterraneo. Dai rumori metallici delle scavatrici alle voci degli operatori; dal ronzio degli impianti al silenzio bianco e totalizzante del laboratorio medico, un luogo asettico – iperreale e onirico al tempo stesso – dove il muto crea uno strato sonoro isolante, come fossimo dietro ad un vetro dal quale osservare distaccati la meccanica medica. Un luogo altro rispetto al cantiere scuro e fangoso, dominato da una luce accecante, dove i campioni di sangue nelle piastrine sono ordinati geometricamente e numerati quasi a ricordare le forme stesse dei vagoni. Una macchia rossa nel blu.

UOMINI E TALPE
In una dicotomia interessante, la talpa è gigantesca rispetto ai suoi operatori che sono uomini piccolissimi. Eppure, senza di loro la scavatrice non andrebbe avanti anche se in certi momenti sembra che faccia tutto lei. Sono gli uomini, i lavoratori, che si muovono attorno e con lei, quelli in grado di fare tutto, di farla funzionare e farla avanzare di 24 metri al giorno, di ripararla se necessario, di toccarle il ventre e di rifinire il suo lavoro che è grezzo.
Le voci e le comunicazioni tra gli operatori interni nei tunnel e quelli esterni sono continue. C’è sempre un filo che li lega, una connessione, come di padre in figlio nella scena conclusiva quando il ragazzo all’interno della cabina mentre comunica i dati ascolta le informazioni esterne che arrivano da un altro operatore, suo padre, che come lui fa il suo stesso mestiere. Una tradizione, quella degli operai dei grandi cantieri italiani, che racconta e testimonia la storia culturale e sociale del nostro Paese. Una tradizione che arriva da lontano e proviene soprattutto delle regioni meridionali come Abruzzo e Calabria.
Una tradizione che lega in un moto continuo passato, presente e futuro, scavando nelle sue incertezze e negli ostacoli del tempo, aprendo varchi e creando ponti per (ri)disegnare le cartine di un futuro che, per molti sembra già passato, ma per tanti resta ancora tutto da immaginare.

Inaugurata a fine novembre, la nuova linea della metropolitana M4 di Milano ha all’attivo le sue prime 6 stazioni che collegano lo scalo aeroportuale di Linate con la parte orientale della città. Con la fine lavori, prevista nel 2024, si prevede un percorso complessivo di 15 chilometri e 21 stazioni, che collegheranno anche il centro di San Babila, attraversando la cerchia dei Navigli, con capolinea nella zona sud-ovest della città alla fermata di San Cristoforo.

BLU è disponibile su RaiPlay al seguente link:  https://www.raiplay.it/programmi/blu

Recent Posts

L’innovazione al Posto di Comando

Business di famiglia: Workout magazine incontra Marco Bellini, Presidente di Bellini S.p.A. 5 agosto 1888.…

1 mese ago

Benvenuti a Stone City

Le grandi storie dell'heritage: Workout magazine incontra Gianni Sottocornola di GranulatiZandobbio SpA No, non siamo…

2 mesi ago

Il 2025 inizia adesso!

L’autunno è arrivato, e con esso il momento perfetto per costruire il piano di comunicazione…

2 mesi ago

Nutrimentum Gallery: la nostra academy aziendale

Il video coglie l'essenza di questo spazio unico: un luogo di ispirazione artistica e crescita…

2 mesi ago

Bergamo-Cile, andata e ritorno

Heritage al femminile: Workout magazine incontra Lisa Molteni, CEO di Fonderia Augusta S.r.l. Il nome,…

3 mesi ago

L’arte di consolidare

Heritage al femminile: Workout magazine incontra Sonja Blanc di Sireg S.p.A. A sfogliare le pagine…

3 mesi ago