L’installazione irlandese alla Biennale di Venezia 2021

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L’installazione irlandese alla Biennale di Venezia 2021

L’entanglement è il fenomeno della meccanica quantistica, così definito da Einstein, che si manifesta quando due particelle sono intrinsecamente collegate e questa unione ha effetti sul sistema fisico: qualsiasi azione o misura sulla prima ha un effetto istantaneo anche sulla seconda (e viceversa) anche se si trova a distanza.

Mutuando questo concetto dalla fisica, i curatori dell’installazione irlandese alla Biennale di Architettura 2021 Sven Anderson, Alan Butler, David Capener, Donal Lally, Clare Lyster eFiona McDermotti hanno dedicato la loro opera all’entanglement come intreccio, groviglio di cavi, fibre, passaggio di dati.

Ponendo in primo piano la materialità della nostra era digitale, il padiglione irlandese presenta una struttura che inscena il crollo delle reti di infrastrutture dati su scala locale e planetaria nella più primitiva delle tecnologie socializzanti – il falò – per attirare l’attenzione sul modo in cui comprendiamo e riformuliamo l’infrastruttura dati che già ci circonda.

L’opera è un festa pagana, in parte infrastruttura dati, che collega corpi, flussi termici, materia e spazio, per capovolgere la fantasia utopica che è il “cloud”.

E proprio Dublino nel 2019 ha superato Londra come capitale europea dei data center e nel 2027 si prevede che i data center consumeranno oltre 1/3 della domanda totale di elettricità dell’Irlanda.

Irlanda che è da sempre protagonista della storia delle telecomunicazioni: nel 1858 il primo cavo telecomunicazione transatlantico al mondo è sbarcato a Valentia Island, terra selvaggia al largo dell’Irlanda, collegandola con Terranova, Canada: un cavo sottomarino che fu il primo nodo di una rete di comunicazioni globale, l’”infrastruttura ombelicale” planetaria.

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